Meraviglie della Costa Salentina viste dal mare

Le Grotte del Salento

Il mare del Salento è bellissimo: blu e trasparente come gli occhi rari di certi uomini del Sud; magico e misterioso come doveva apparire nel Rinascimento, quando dalle torri costiere, armate come guardie di pietra, veniva investigato giorno e notte per scongiurare l’arrivo dei Mori, lanciati alla conquista del Mediterraneo.

 

Eppure questa terra, orlata di macchia mediterranea, riserva ancor più grandi sorprese a chi, capovolgendo la prospettiva, la visiti a partire dal mare. Nel tratto di costa che va da Castro Marina a Santa Cesarea Terme, si trovano grotte, insenature ed anfratti dal fascino spettacolare e dalla storia millenaria.

 

Navigando verso nord, s’incontra per prima la Grotta Palombara, un antro lungo 75 metri, formato dal crollo della falesia. I colombi la scelgono da tempo immemore come luogo di nidificazione, grazie all’acqua dolce trasudata dalle rocce calcaree. Quando dall’interno si guarda verso l’esterno, l’imboccatura fa pensare ad una tenda legata ai lati, un sipario aperto sull’incanto delle acque mediterranee. Per questo la grotta è chiamata anche Grotta delle Tendine.

 

Facendo rotta a settentrione, ci si imbatte subito dopo nella Grotta Azzurra, dove il blu cobalto dell’acqua è un dono della rifrazione della luce sulle pareti verticali.

 

Poi è la volta della regina indiscussa: la Grotta Zinzulusa. Gli “stracci” appesi al suo interno, gli zinzuli in dialetto salentino, sono formazioni calcaree multicolori che offrono riparo a decine di pipistrelli. Il suo accesso, una voragine nella maestosa scogliera a picco sull’Adriatico, conduce ad una caverna lunga ben 160 metri, percorribili anche a piedi. Tracce umane a partire dal Paleolitico e resti di orsi ed elefanti testimoniano la sua frequentazione millenaria. Se ci si ferma a contemplarla dal mare, guardando attraverso la sua enorme bocca, si ha la sensazione di addentrarsi nelle viscere della Terra. Entrandovi invece, si rimane colpiti dai paesaggi più vari: conche, corridoi, sale minori e persino un laghetto di acqua dolce, certamente utilizzato in età preistorica. Ovunque si riconoscono formazioni stalattitiche e stalagmitiche ad impreziosire l'interno. Alcune per la loro straordinaria somiglianza con oggetti reali, hanno nomi curiosi come Prosciutto, Pulpito o Spada di Damocle. In futuro potrebbe rivelarci altri tesori: in tempi recenti è stato esplorato un nuovo tratto che allunga la cavità fino a duecentocinquanta metri. Qui sembrano avere dimora alcune specie di fauna acquatica sconosciute.

 

Meraviglia in nuce, quasi in fondo a questo itinerario è la Grotta Romanelli di cui oggi si scorge solo l’accesso, chiuso al pubblico.  Al suo interno gli studiosi hanno rinvenuto reperti di importantissimo valore storico, risalenti al Paleolitico. Oltre a strumenti lapidei di varia natura, sono stati individuati tre scheletri umani risalenti a circa 35.000 anni fa. Le scoperte effettuate in grotta hanno reso possibile individuare un Paleolitico Romanelliano, ad indicare una fase temporale ricca di pitture rupestri molto stilizzate. I graffiti di Grotta Romanelli, per ora i più antichi sul suolo italiano, raccontano di una presenza preistorica e narrano di animali esotici quali rinoceronti, elefanti e pinguini che un tempo abitavano queste terre.

 

Chiude la nostra proposta di navigazione alla scoperta delle Grotte, la pittoresca Grotta delle Striare, le streghe della tradizione popolare. È qui, sulla costa di Santa Cesarea Terme, che sembrano ancora compiere mirabolanti incantesimi. Gli ingredienti ci sono tutti: acque sulfuree, un antro terrificante, dove le rocce si contorcono come temibili artigli, una forte cultura pagana in una terra dalle origini arcaiche, che merita di essere scoperta lentamente dal mare, suo elemento fondante e vitale.

 

 

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